Dino Viola, il Presidente che riaccese l’entusiasmo di un popolo
ROMA – Aldino Viola, ovvero Dino Viola, nacque il 22 maggio 1915 a Terrarossa, frazione di Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara, in Lunigiana, l’estremo lembo della Toscana al confine con Liguria ed Emilia.
A Roma si recò per studiare, sin dall’infanzia. Un giorno, camminando per le vie della Capitale, rimase affascinato da un gruppo di tifosi con bandiere e vessilli oro e porpora e li seguì, ritrovandosi a Campo Testaccio. Fu un colpo di fulmine, raccontò poi. Il destino lo volle parte del popolo di Roma già dalla tenera età. Agli inizi degli anni Trenta cominciò anche a giocare con i ragazzi di Burgess a Campo Testaccio, ma evidentemente quello del giocatore professionista non sarebbe proprio dovuto essere il suo futuro.
Si laureò quindi in ingegneria e, nel dopoguerra, aprì un’industria di parti meccaniche per armamenti in Veneto. Amante dei colori giallorossi, si racconta che seguì la squadra in trasferta anche in viaggio di nozze, viaggiando in bicicletta. Entrò nei quadri dirigenziali della Roma nei primi anni settanta, sotto la presidenza di Anzalone. Il 16 maggio 1979 rilevò una Roma in difficoltà. Con grande lucidità determinazione ingaggiò Nils Liedholm come allenatore ed atleti già affermati come Falcao, Cerezo, Maldera, Graziani. A Roma, con grande lungimiranza, portò anche giovani talentuosi come Ancelotti, Iorio, Tancredi, Nela, Aldair e Giuseppe Giannini.
Seppe risollevare la squadra e, negli 11 anni e 8 mesi in cui fu Presidente, vinse il Campionato Italiano nella stagione 1982/83 (dopo quarant’anni), 5 Coppe Italia (1979/80, 1980/81, 1983/1984, 1985/1986 e 1990/1991), 2 Scudetti Primavera e 2 Trofei di Viareggio. Ottenne inoltre 3 secondi posti (1980/1981, 1983/1984 e 1985/1986), una finale di Coppa dei Campioni ed una di Coppa Uefa.
Morì il 19 gennaio del 1991 a Roma per un tumore. Chiunque lo abbia conosciuto porta con se un ricordo bellissimo. In una recente intervista Giorgio Rossi, lo storico massaggiatore giallorosso, ha raccontato un aneddoto particolare: ogni sera Dino Viola faceva il giro di Trigoria per controllare se tutte le luci fossero state spente.
La città di Roma gli ha dedicato, a Trigoria, il piazzale Dino Viola.