SOCIETA’ – Roma e l’Italia hanno perso 10 anni fa un attore che come mai nessuno è riuscito a raccontare le debolezze e le bellezze del Bel Paese.
ROMA – Basterebbe scrivere Aberto Sordi… e nulla più. Quanti ricordi, quante risate, quante riflessioni davanti ai suoi film e ogni volta che vedevi quel faccione e sentivi quella sua voce inconfondibile.
Albertone era tutto questo e molto di più per tutti. E continua ad esserlo, senza confini e senza età. Lo ricordano i nostri nonni, è amato dai nostri genitori, dalla nostra generazione e sanno chi è e lo amano anche i nostri figli.
Dieci anni sono già passati, da quel triste giorno, in cui tutte le televisioni parlavano di lui al passato, da quelle immagini che mai nessuno si dimenticherà delle folle oceaniche in Campidoglio con tutta Roma, la sua Roma e non solo, in fila silenzionsa per rendergli l’ultimo saluto. E in mezzo a quella “fiumana di gente” tanti suoi amici, attori, registi, colleghi.
Non basterebbero pagine e pagine di giornali per ricordare i suoi film e per poterli rivivere – I Vitelloni, Lo Sceicco Bianco, Un giorno in Pretura, Un Americano a Roma e ancora Il Vigile, Il Medico della Mutua, Detenuto in attesa di Giudizio, Un Borghese piccolo piccolo, l’Avaro, Un Tassinaro a New York, Il Marchese del Grillo… e chi più ne ricorda ne metta…
Albertone è questo ma tanto altro. A noi, oggi, basta ricordarlo semplicemente, come fosse un nostro amico, con il quale continuiamo, grazie ai suoi sorrisi, ai suoi film, alle sue interviste, a relazionarci ogni giorni e al quale dobbiamo continuamente dire grazie per quello che è riuscito a darci fino ad oggi e per quello che continuerà a dare a tutti noi.
Ciao Alberto!